Ti sei mai chiesto perché hai determinate reazioni emotive e comportamentali? Le circostanze sicuramente influenzano le nostre risposte, ma il tipo di risposta che attiviamo davanti alle circostanze varia da persona a persona e dipende in gran parte dalle prime interazioni con le nostre figure di accudimento. Nell’arco dei primi due anni, i bambini non sono in grado di auto-consolarsi e così vivono una co-regolazione con il caregiver (una sorta di regolazione emotiva assistita). Questo consente al bambino di apprendere come autoregolarsi e autoconsolarsi in modo indipendente. Ciò significa che i bambini che la qualità delle esperienze e delle relazioni significative precoci condizionano lo sviluppo nostro sistema di regolazione emotiva.
Per comprendere meglio il funzionamento dell’autoregolazione, e quindi le reazioni fisiologiche, comportali ed emotive Siegel, nel 1999, ha sviluppato il concetto di “finestra di tolleranza”.
Nel corso della giornata, il nostro tono di attivazione neurofisiologica (arousal *¹) fluttua normalmente, tendendo a tratti verso l’iper-arousal e a tratti verso l’ipo-arousal, contestualmente a situazioni percepite più o meno “attivanti” o “calmanti”. Queste fluttuazioni normali non sconvolgono più di tanto il benessere psicofisico in quanto avvengono all’interno della finestra di tolleranza. Entro tale intervallo di attivazione ci sentiamo a nostro agio, possiamo affrontare, in piena facoltà, alti e bassi emotivi.
È quando, per varie ragioni, il tono dell’arousal supera verso l’alto, o scivola al di sotto dei confini della finestra di tolleranza, che si prova disagio: in quel momento inizia il senso di disregolazione, percepito soggettivamente come agitazione, ansia, o al contrario apatia, noia, scarsa energia e motivazione.
Ognuno trova le sue proprie strategie di regolazione emotiva per rientrare all’interno della finestra di tolleranza nei momenti di sofferenza psicologica. Siegel le chiama “strategie di mastery”, termine che descrive il senso di padronanza, cioè la “sensazione di avere il controllo” sulla propria vita, sulle proprie risorse e le proprie mancanze, sensazione molto piacevole e associata spesso a un senso di euforia e progettualità.
Non solo le strategie sono diverse da persona a persona, ma anche l’ampiezza della finestra di tolleranza non è uguale per tutti e dipende da fattori come assertività, resilienza, autostima, fiducia… tali caratteristiche si sviluppano durante l’infanzia. Ecco che ritorniamo al concetto espresso in premessa: l’abilità di regolazione emotiva è un processo che inizia da piccoli e va avanti per tutta la vita.
Ogni zona della finestra di tolleranza corrisponde all’attivazione di tre aree del Sistema Nervoso Autonomo:
Il sistema vagale ventrale permette una sensazione di sicurezza di base, e quindi di poter ragionare e decidere flessibilmente come agire, di poter godere della compagnia degli altri e del mondo intorno a noi, ed è attivo quando siamo nello spettro della finestra di tolleranza. Se l’intensità emotiva e fisiologica supera la nostra soggettiva soglia di tolleranza, entrano in azione risposte di mobilizzazione legate all’attacco/fuga del sottosistema simpatico. L’attivazione del sottosistema simpatico è più primitiva, meno flessibile e porta allo spettro alto delle risposte (intense, automatiche e dis-regolate). Gli indicatori sono ad esempio, ansia, sensazione di essere sopraffatti, comportamenti aggressivi, impulsivi, stile di pensiero ossessivo, alimentazione compulsiva... Quando entrambi questi due sistemi sono incapaci di assicurare una risposta efficace, entra in azione il ramo dorsale del nervo vago che comporta ipoattivazione, portandoci ad una risposta di blocco (freezing), con sensazioni di impotenza, torpore, dissociazione, apatia, rallentamento cognitivo, sensazione di vuoto.Sia quando andiamo oltre la nostra soglia di tolleranza nella parte alta (iperarousal), sia quando superiamo tale soglia nella parte bassa (ipoarousal), il sistema vagale ventrale si spegne ed è per questo che tutte le strategie legate al pensiero (es. razionalizzare, dirsi “stai calmo”…) non funzionano.
Secondo questa rappresentazione del malessere psichico, indotto da una disregolazione del tono di attivazione neuro-fisiologica, il problema consiste, oltre che nell’ampiezza soggettiva della finestra di tolleranza, nella difficoltà o incapacità di trovare strategie di regolazione emotiva che consentano all’individuo di rientrare all’interno della finestra quando ci si trova al di fuori, sia in termini di iper o di ipoarousal.
Se da una parte la nostra capacità di regolare le nostre emozioni si basa sulle esperienze che abbiamo fatto durante la nostra crescita, e anche se gli eventi avversi che scuotono il nostro equilibrio non sono controllabili o evitabili, la buona notizia è che si può lavorare per ampliare la propria finestra di tolleranza, portandoci a gestire meglio le nostre emozioni e gestire più efficientemente le situazioni che ci fanno sentire a disagio.
A parità di stressor, persone diverse si “regoleranno” in modi diversi, a seconda di quanto ampie saranno le rispettive finestre di tolleranza, sufficienti o meno per consentirgli di mantenere il senso di mastery. La maturazione interiore, un percorso di psicoterapia, l’uscire rinforzato da esperienze difficili: tutti questi sono esempi di situazioni di ampliamento della finestra di tolleranza che ci rendono maggiormente resilienti.
Partire dalla conoscenza del nostro funzionamento e i meccanismi che lo regolano può essere molto utile per iniziare a comprendere e dare senso ai segnali corporei e iniziare il nostro percorso di miglioramento. Acquisire consapevolezza di questo ci aiuta a capire che se l’intensità emotiva e fisiologica sono tanto intense da portarci al di fuori della nostra finestra di tolleranza, prima di agire in modo automatico e disregolato possiamo fare qualcosa per rientrare nella finestra ottimale: per calmarci (se iper-attivati, sopra finestra, sistema simpatico attivo) o per attivarci (se ipo-attivati, sotto finestra, sistema parasimpatico dorsale attivo).
Ci sono tante cose che possiamo fare per aumentare il range di tolleranza e le capacità di regolazione per rientrarci, che risulterebbero qui uno sterile elenco: come abbiamo detto, ognuno di noi ha strategie diverse e una finestra più o meno ampia, e per diverse ragioni, diverse esperienze, diversi significati e scopi…
*¹ Arousal: In psicobiologia il termine arousal (dall’inglese eccitazione) indica una condizione di attivazione temporanea del nostro sistema nervoso, in risposta a stimoli significativi (o percepiti come tali).
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